Oggi voglio farvi entrare in un’esperienza diversa dal solito “leggo il post di una psicologa”.
No. Oggi voglio farvi pensare, voglio che vi poniate domande a cui probabilmente non troverete risposte giuste o sbagliate: semplicemente perché non vi è una sola risposta.
Oggi voglio mostrarvi l’amore, i sentimenti, le paure: voglio parlare di uomini e donne che si incontrano e che si amano e che intendono costruire insieme un progetto di vita.
Oggi non ho intenzione di spiegare meccanismi psicologici alla base delle dinamiche di coppia e/o dell’essere genitori: oggi voglio stare dalla stessa parte della barricata, perché non esiste psicologo o professionista che possa dirvi cosa fare o cosa dire di giusto in certe situazioni. Esistono psicologi che possono entrare in punta di piedi ed essere accolti nella vostra storia raccontata e possono cercare di capire con voi, di prendervi per mano e mostrarvi ciò che a volte ad occhio nudo non è possibile osservare. Esistono psicologi che proveranno a “ribaltare” il vostro punto di vista.
Cosa vuol dire per voi essere una coppia? Cosa significa voler diventare genitori?
Avete mai visto il film CASOMAI?
Tralasciando i commenti o i giudizi di critica cinematografica, credo che questo sia un film che ben rappresenta e fotografa, con una spiccata sensibilità, precisi momenti della vita di una coppia e della vita di due neogenitori.
E’ la storia di Stefania e Tommaso, si conoscono, si piacciono, si innamorano, si sposano.
Nasce anche un bel bambino, Andrea. Sembrerebbe una storia perfetta la loro…
All’inizio è tutto bello: ci si innamora, si entra l’uno nella vita dell’altra, si decide di andare a vivere insieme e ci si sposa.
C’è un’immagine, fortissima a mio parere, che rimanda Stefania e che dominerà tutto il film: due pattinatori che danzano…
Poi tutto cambia… arrivano lui/lei/loro e la vita a due magicamente si trasforma in un triangolo, un triangolo però in cui il vertice non è rappresentato solo da un figlio, ma anche da tutto quello che circonda la NASCITA DI UNA FAMIGLIA (nonni, fratelli, cognati, amici, lavoro…).
Il film si dispiega in un susseguirsi di vicende e di situazioni che a mano a mano portano la coppia a fermarsi e a porsi delle domande:
COSA CI STA SUCCEDENDO?
DOVE STIAMO ANDANDO?
CI AMIAMO ANCORA?
La loro vita inizia ad assomigliare più a una gara, una corsa in cui vince chi fa soccombere l’altro: dove è andata a finire l’intesa che permetteva ai due pattinatori di danzare insieme seppur su un terreno scivoloso e duro?
Poi, ad un certo punto, la scena cambia e si torna in chiesa, durante la celebrazione del matrimonio…
Ciò che esprime questo film è un messaggio semplice ma non banale: IL MATRIMONIO E’ UN FATTO PRIVATO.
Il paradosso è che non potrebbe essere privato se non esistessero le persone che ci circondano: sono due facce della stessa medaglia. Cerco di spiegarmi meglio.
Amici e parenti sono parte integrante della vita di una coppia e di una neo famiglia e questo rappresenta indubbiamente una grande risorsa, soprattutto per dar modo ai nuovi genitori di prendere delle boccate di ossigeno dalla routine, dalla pressante vita quotidiana, permette di diseppellire tutto l’amore e l’affetto per l’altro e per ritrovare quella dimensione a due che non dovrebbe mai essere persa di vista (ma può capitare). Sovente però succede che proprio quelle persone che offrono il loro aiuto e sostegno possano rivelarsi le stesse che, non volendo, creano difficoltà e dissapori nella coppia: LE PERSONE CHE SI AMANO FANNO PAURA, ma è possibile fronteggiare questa paura aiutandosi a gestire nel modo migliore confini e relazioni.
E voi? A quale immagine si ispira il vostro matrimonio e la vostra famiglia?
© 2023 Dott.ssa Annalisa Carrera - Psicologa Psicoterapeuta - P.Iva 07269430968 - N.11644 Ordine Psicologi della Lombardia - Powered by M|M